Il lancio di Europa Clipper è previsto per il mese prossimo, e se avrà successo, l’orbiter raggiungerà Giove nell’aprile del 2030.

La missione Europa Clipper della NASA, destinata a esplorare la luna di Giove, Europa, partirà nei tempi previsti. Come riportato dalla rivista Nature, Laurie Leshin, direttrice del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, ha espresso fiducia durante una conferenza stampa il 9 settembre: “Siamo fiduciosi che la nostra splendida navicella e il nostro competente team siano pronti per il lancio e per una missione scientifica completa su Europa.”

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Europa Clipper

Rappresentazione artistica di Europa Clipper, la luna Europa e Giove.
Rappresentazione artistica di Europa Clipper, la luna Europa e Giove.

Con una massa di oltre 3,2 tonnellate e una struttura imponente di circa 5 metri di altezza e 30 metri di larghezza con i pannelli solari completamente dispiegati, Europa Clipper è la navicella spaziale più grande mai costruita dalla NASA per una missione planetaria. Il lancio è previsto per il mese prossimo, e se avrà successo, l’orbiter raggiungerà Giove nell’aprile del 2030. La missione prevede l’utilizzo di nove strumenti scientifici per studiare sia la crosta ghiacciata di Europa sia l’oceano che gli scienziati sospettano si trovi sotto di essa, con l’obiettivo di determinare se la luna possa supportare forme di vita come le conosciamo.

Le precedenti missioni

Le missioni precedenti hanno già suggerito che sotto la superficie ghiacciata di Europa esiste un oceano sotterraneo di salamoia, con un volume di acqua che supera quello degli oceani terrestri. La superficie del corpo celeste, fratturata e apparentemente giovane, indica inoltre una possibile attività geologica che potrebbe suggerire un interno dinamico e abbastanza caldo per sostenere la chimica complessa della vita.

Cosa succederà su Europa

Europa Clipper è progettata per sorvolare il satellite ben 49 volte, avvicinandosi fino a soli 25 chilometri dalla superficie. Tuttavia, dovrà affrontare una sfida significativa: attraversare le particelle cariche accelerate dal campo magnetico di Giove, che è 20.000 volte più potente di quello della Terra. Per questo motivo, l’elettronica della navicella dovrà essere in grado di resistere alle radiazioni.

I test della NASA

A maggio, la NASA aveva avviato un’indagine per verificare se i transistor della navicella rischiassero di malfunzionare a causa delle radiazioni. Dopo quattro mesi di test intensivi, condotti in tre diversi laboratori (JPL, il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory e il NASA Goddard Space Flight Center), l’agenzia ha concluso che i circuiti elettronici della navicella funzioneranno come previsto. Durante la prima metà della missione, l’orbiter sarà esposto alle radiazioni di Giove solo un giorno su 21. Questo intervallo permetterà ai transistor di autoripararsi parzialmente tramite un processo chiamato ricottura (annealing), durante il quale vengono riscaldati delicatamente per recuperare dai danni causati dalle radiazioni.

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