Quella volta che un fisico fece levitare una rana in un campo magnetico e vinse un premio Ig Nobel (prima del vero Nobel).

Nel 1997, in un laboratorio dell’Università di Nijmegen nei Paesi Bassi, accadde qualcosa di insolito: una rana iniziò a fluttuare a mezz’aria. Non si trattava di un trucco di magia, ma di un esperimento scientifico condotto dal fisico Andre Geim, che sarebbe diventato famoso per questa e altre ricerche ben più rivoluzionarie.

Advertisement
Banner Plus

L’episodio della rana levitante è diventato un esempio emblematico di come la scienza possa essere al contempo seria e giocosa, aprendo la strada a scoperte inaspettate. Ma come si è arrivati a far levitare un anfibio? E quali implicazioni ha avuto questo curioso esperimento?

Tutto iniziò una sera, dopo il normale orario di lavoro. Geim, che all’epoca conduceva ricerche sui campi magnetici, decise di sperimentare qualcosa di nuovo. Come racconta lui, dopo aver bevuto qualche birra insieme ai colleghi, si mise in testa di far levitare dell’acqua usando il magnetismo. L’idea potrebbe sembrare bizzarra, ma si basava su solidi principi fisici.

L’esperimento funzionò: Geim osservò affascinato le gocce d’acqua che fluttuavano nel campo magnetico, chiamandole poeticamente “gocce che si baciano” per il modo in cui si muovevano e interagivano. Incoraggiato dal successo, il fisico decise di spingersi oltre. Provò con altri oggetti: fragole, pomodorini e infine, su suggerimento di sua moglie, una rana. A seguire, il video dell’esperimento.

Per far levitare la rana, Geim utilizzò un magnete estremamente potente, con un campo magnetico circa 10 volte più forte di quello di una macchina per la risonanza magnetica. Il principio alla base dell’esperimento è il diamagnetismo: alcuni materiali, quando sottoposti a un campo magnetico abbastanza forte, sviluppano una debole magnetizzazione opposta al campo. Nel caso della rana, questa forza era sufficiente a contrastare la gravità, permettendole di galleggiare nell’aria.

L’immagine di una rana sospesa nel vuoto catturò l’immaginazione non solo della comunità scientifica, ma anche del pubblico generale. L’esperimento della rana levitante valse a Geim e al suo collega Michael Berry il premio Ig Nobel per la Fisica nel 2000. Gli Ig Nobel sono premi satirici assegnati ogni anno ad Harvard per ricerche scientifiche insolite o bizzarre, con lo slogan “prima ti fanno ridere, poi ti fanno pensare”.

Ma la storia di Geim non finisce qui, e dimostra come la creatività e il pensiero non convenzionale possano portare a risultati sorprendenti nel mondo della scienza. Nel 2010, lo stesso scienziato vinse il vero premio Nobel per la Fisica per i suoi studi sul grafene, un materiale bidimensionale con proprietà straordinarie. Geim divenne così l’unica persona al mondo ad aver vinto sia un Ig Nobel che un Nobel, un record che sottolinea la sua capacità di muoversi tra ricerca “seria” e esperimenti apparentemente frivoli.

L’esperimento della rana levitante, per quanto possa sembrare una mera curiosità, ha in realtà aperto nuove prospettive nello studio del diamagnetismo e delle sue possibili applicazioni. La levitazione magnetica, infatti, non è solo un trucco da laboratorio, ma ha potenziali applicazioni pratiche in vari campi.

Ad esempio, la tecnologia dei treni a levitazione magnetica (maglev) si basa su principi simili per far “galleggiare” i convogli sui binari, eliminando l’attrito e permettendo velocità molto elevate. In ambito medico, la levitazione magnetica potrebbe essere utilizzata per manipolare cellule o tessuti senza contatto diretto, aprendo nuove possibilità per la ricerca biologica e le terapie.

Inoltre, l’esperimento sottolinea l’importanza della creatività e del pensiero laterale nella ricerca scientifica. Spesso, le grandi scoperte nascono da domande apparentemente banali o da approcci non convenzionali. La capacità di Geim di passare da un esperimento “per gioco” come la rana levitante a ricerche fondamentali come quelle sul grafene dimostra quanto sia importante per gli scienziati mantenere una mente aperta e curiosa.

Geim stesso, riflettendo su questa esperienza, ha commentato: “La conoscenza è molto divertente”. Una frase che riassume perfettamente il suo approccio alla scienza e che serve da promemoria che la ricerca, anche ai suoi livelli più alti, può e dovrebbe mantenere un elemento di giocosità e curiosità.

L’episodio della rana levitante ci invita anche a riflettere sul ruolo della comunicazione scientifica. Esperimenti come questo, che catturano l’immaginazione del pubblico, possono servire da “porta d’ingresso” per interessare le persone a concetti scientifici più complessi. In un’epoca in cui la fiducia nella scienza è talvolta messa in discussione, trovare modi per coinvolgere il pubblico e mostrare il lato affascinante e sorprendente della ricerca può essere cruciale.

E la rana? Sta bene. Dopo l’esperimento è stata restituita sana e salva al dipartimento di biologia, probabilmente con una storia incredibile da raccontare ai suoi compagni di stagno.

Nell’immagine in copertina, la rana che levita. Crediti: Lijnis Nelemans, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons.

Per saperne di più: