Esiste un’armata di veicoli a cui vengono assegnati una serie di compiti di vigilanza. Alcuni intercettano le onde radio o rilevano i lanci di missili. Un astrofotografo ne ha immortalato uno.

Nel mondo dei satelliti spia spaziali, pochi dettagli sono disponibili al pubblico, e gruppi come la US Space Force, il National Reconnaissance Office, la Central Intelligence Agency e la National Geospatial-Intelligence Agency apprezzano parecchio questa cosa. C’è un’armata di veicoli classificati a cui vengono assegnati una serie di compiti di vigilanza. Alcuni intercettano le onde radio o rilevano i lanci di missili. Altri offrono sguardi ravvicinati su determinate aree utilizzando sistemi ottici ad alta visibilità o scansionano la Terra con una potente tecnologia radar.

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Questi satelliti ad alta quota sono obiettivi allettanti per gli astrofotografi amatoriali. È il caso di Felix Schöfbänker, che è riuscito a immortalare uno di questi veicoli spia.

Cosa sappiamo dei satelliti spia

Fotografia time-lapse di un satellite della Future Imagery Architecture, chiamato anche Topaz, uno dei cinque satelliti spia statunitensi dotati di un radar ad apertura sintetica (SAR) per la produzione di immagini. Credit: Felix Schöfbänker

Negli ultimi mesi Schöfbänker ha fotografato alcuni satelliti spia con il suo telescopio Dobsoniano da 14″, ottimizzato per il tracciamento satellitare e l’imaging da casa sua. Schöfbänker si è concentrato su una nuova generazione di satelliti da ricognizione americani con tecnologia ottica e radar, lanciati nello spazio per conto del National Reconnaissance Office (NRO), che progetta, lancia e gestisce satelliti spia per conto del governo federale degli Stati Uniti.

I (Future Imagery Architecture) FIA-Radar, chiamati anche Topaz, sono cinque satelliti spia statunitensi che trasportano un Synthetic Aperture Radar (SAR) per l’imaging. Questa tecnologia può vedere attraverso le nuvole e funziona giorno e notte. Sono i successori della serie Lacrosse/Onyx di satelliti SAR.

Le caratteristiche dei Topaz

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Credit: Felix Schöfbänker

“Dalle mie immagini concludo che questi satelliti hanno un’antenna parabolica di circa 12 metri di diametro e 2 pannelli solari con un’apertura alare di circa 10 metri”, sottolinea Schöfbänker. “C’è anche un altro oggetto luminoso tra i pannelli solari che interpreto come un’antenna up-link e downlink, anche se potrebbe trattarsi di qualcos’altro”, ha aggiunto. Questi satelliti SAR creano immagini inviando numerosi impulsi e poi elaborandoli al computer per convertire i segnali di ritorno in un’immagine, ha concluso Schöfbänker.

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