Un nuovo studio dei ricercatori dell’Università di Houston ha rivelato un massiccio squilibrio energetico su Saturno. Ecco cosa c’è da sapere.

Utilizzando i dati della sonda Cassini, Xinyue Wang, un dottorando dell’Università di Houston, ha trovato uno squilibrio energetico stagionale significativo e precedentemente sconosciuto su Saturno. “Ogni pianeta ottiene energia dal sole sotto forma di radiazione solare e perde energia emettendo radiazioni termiche”, ha spiegato Wang. “Ma Saturno, come gli altri giganti gassosi, ha un altro input di energia sotto forma di calore interno profondo che influenza la sua struttura termica e il suo clima”.

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I dettagli del nuovo studio

Credit: Università di Houston

Lo squilibrio è dovuto alla grande eccentricità orbitale di Saturno, che varia di quasi il 20% dall’afelio (il punto in orbita più lontano dal sole) al perielio (il punto in orbita più vicino al sole) con conseguenti variazioni stagionali nell’energia solare assorbita. A differenza di Saturno, la Terra non sperimenta un significativo squilibrio energetico stagionale a causa della sua eccentricità orbitale molto piccola.

Le differenze tra Saturno e la Terra

“Il calore interno della Terra è trascurabile e le sue stagioni durano solo pochi mesi rispetto alle stagioni che durano diversi anni su Saturno” spiegano i ricercatori. I dati suggeriscono anche che il bilancio energetico squilibrato di Saturno svolge un ruolo chiave nello sviluppo di tempeste giganti che sono un fenomeno meteorologico dominante nel sistema atmosferico del pianeta. Questi dati possono anche fornire alcune informazioni sul meteo della Terra.

La missione Cassini, uno sforzo ambizioso e collaborativo tra la NASA, l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale italiana, è stata lanciata nel 1997 e ha esplorato Saturno e i suoi anelli e lune per quasi 20 anni. Il professor Li è stato scelto come scienziato capo per monitorare tre strumenti di bordo che hanno osservato il budget di energia radiante di Saturno.

Occhi puntati sugli altri giganti

Il team ha gli occhi puntati anche sugli altri giganti gassosi, tra cui Urano, dove è prevista una missione spaziale nel prossimo decennio. “I nostri dati suggeriscono che anche questi pianeti avranno significativi squilibri energetici, in particolare Urano, che prevediamo avrà lo squilibrio più forte a causa della sua eccentricità orbitale e dell’obliquità molto elevata”, ha detto Wang. “Ciò che stiamo indagando ora identificherà i limiti nelle osservazioni attuali e formulerà ipotesi verificabili che andranno a beneficio di quella futura missione spaziale”.

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