Ecco come gli scienziati studiano l’antico passato di Marte attraverso le sue rocce vulcaniche.

Sappiamo che Marte ha una struttura distinta nel mantello e nella crosta e questo grazie ai meteoriti che gli scienziati dello Scripps Institution of Oceanography della UC San Diego e colleghi hanno analizzato sulla Terra. Queste rocce si sono formate circa 1,3 miliardi di anni fa e poi sono state espulse da Marte e raccolte dagli scienziati in Antartide e in Africa.

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I dettagli del nuovo studio su Marte

Credit: UC San Diego

Questi risultati sono importanti per comprendere non solo come Marte si è formato e si è evoluto, ma anche per fornire dati precisi che possano aiutare la NASA per le prossime missione future. “I meteoriti marziani sono gli unici materiali fisici che abbiamo a disposizione su Marte”, dicono gli scienziati. “Ci consentono di effettuare misurazioni precise e accurate e quindi di quantificare i processi che si sono verificati all’interno di Marte e sulla sua superficie”.

Come sono arrivati i meteoriti di Marte sulla Terra

Gli scienziati hanno utilizzato meteoriti provenienti tutti dallo stesso vulcano, noti come nakhliti e chassigniti. Circa 11 milioni di anni fa, infatti, un grande impatto su Marte distrusse parti del pianeta e scagliò le rocce nello spazio. Alcuni di questi atterrarono sulla Terra sotto forma di meteoriti, il primo dei quali fu scoperto nel 1815 a Chassigny, in Francia e poi nel 1905 a Nakhla, in Egitto.

Cosa sappiamo dei meteoriti marziani

Da allora, altri meteoriti simili sono stati scoperti in località tra cui la Mauritania e l’Antartide. Gli scienziati sono in grado di identificare Marte come luogo di origine perché questi meteoriti sono relativamente giovani, quindi provengono da un pianeta recentemente attivo, hanno composizioni distinte dell’abbondante elemento ossigeno rispetto alla Terra e mantengono la composizione dell’atmosfera di Marte misurata dai lander Viking negli anni ’70.

Nakhlite e Chassignite

Il team ha analizzato due tipi di meteoriti. Le nakhliti sono basaltiche, simili alle lave che eruttano oggi in Islanda e alle Hawaii, ma sono ricche di un minerale chiamato clinopirosseno. Le chassigniti sono costituite quasi esclusivamente dal minerale dell’olivina. Sulla Terra, i basalti sono un componente principale della crosta del pianeta, soprattutto sotto gli oceani, mentre le olivine abbondano nel mantello.

Lo stesso vale su Marte. Il team ha dimostrato che queste rocce sono legate tra loro attraverso un processo noto come cristallizzazione frazionata all’interno del vulcano in cui si sono formate. Utilizzando la composizione di queste rocce, mostrano anche che alcune delle nakhliti allora fuse incorporavano porzioni di crosta vicino alla superficie che interagivano anche con l’atmosfera di Marte.

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