Ormai inutilizzati, questi rifiuti d’abbigliamento hanno creato la più grande discarica a cielo aperto del mondo, in Cile.

Fino a qualche tempo fa, il Deserto di Atacama era conosciuto come uno dei luoghi migliori per osservare le stelle. Ce ne ha parlato anche il nostro Daniele Gasparri durante le nostre lunghe chiacchierate in live su Passione Astronomia. Purtroppo, però, è tristemente noto per un altro motivo: le tonnellate di vestiti abbandonati che ne stanno stravolgendo il paesaggio e compromettendo l’ecosistema. Un luogo unico, che avremmo dovuto preservare, è diventato il cimitero della cosiddetta fast fashion.

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Un problema di dimensioni globali

Credit: Skyfi

Questi indumenti, spesso di seconda mano o addirittura nuovi, nascondono dietro la loro produzione storie di abusi e sfruttamento nelle fabbriche di Paesi come la Cina e il Bangladesh. Ora, quegli stessi capi d’abbigliamento si accumulano in enormi cumuli nel deserto cileno, una scena talmente impressionante da essere visibile persino dallo spazio. Di recente, la startup statunitense Skyfi, che offre servizi di fotografia satellitare in tempo reale, ha condiviso sui social media immagini sconvolgenti di queste montagne di vestiti. “Le dimensioni dell’accumulo e l’inquinamento che sta causando sono visibili dallo spazio, rendendo chiaro che c’è bisogno di cambiamento nel settore della moda”, ha commentato il team di Skyfi.

L’origine di una crisi ambientale

Ma come è possibile che questi vestiti finiscano proprio qui? Da quasi 50 anni, il Cile è diventato un hub per la rivendita di abiti e accessori di seconda mano, provenienti da Asia, Europa, Stati Uniti e Canada, molti dei quali realizzati nelle fabbriche tessili cinesi. Gli indumenti invenduti, appartenenti a collezioni passate o semplicemente usati, vengono trasportati al porto cileno di Iquique, nella zona franca, dove vengono smistati per essere rivenduti in America Latina. Tuttavia, ogni anno, circa 40.000 tonnellate di questi abiti finiscono nel deserto, trattati come semplici rifiuti.

Una bomba ambientale ad orologeria

A peggiorare la situazione, sono i frequenti incendi che divampano tra questi cumuli di vestiti, rilasciando nell’atmosfera sostanze tossiche. Molti degli indumenti e delle scarpe abbandonati sono composti da materiali plastici, creando una vera e propria bomba ambientale pronta ad esplodere, e finora, nessuno è riuscito a disinnescarla. Il deserto di Atacama, un tempo meraviglia naturale, è ora un simbolo inquietante dell’impatto devastante della fast fashion sull’ambiente. La situazione evidenzia l’urgenza di un cambiamento radicale nel settore della moda e nel modo in cui gestiamo i rifiuti tessili, per evitare che altri luoghi di inestimabile valore subiscano la stessa sorte.

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