Un team di scienziati cinesi ha identificato un tipo di minerale ricco d’acqua, in un campione lunare recuperato da Chang’e-5.

La presenza di acqua e ammoniaca sulla Luna è fondamentale per comprendere l’origine e l’evoluzione del sistema Terra-Luna. Inoltre, rappresenta una risorsa potenzialmente cruciale per i futuri habitat umani lunari. Durante le missioni Apollo, si credeva che la Luna fosse arida, poiché le molecole d’acqua tendono a disperdersi facilmente nel vuoto dove batte il Sole. Tuttavia, osservazioni più recenti hanno suggerito la possibile presenza di acqua e ammoniaca sotto forma di ghiaccio nelle regioni permanentemente in ombra vicino ai poli lunari. L’analisi dei campioni delle missioni Apollo, utilizzando strumentazioni avanzate, ha rivelato tracce di OH–/H2O sepolte in minerali rari e perle di vetro, a livelli di parti per milione.

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Il contributo di Chang’e-5: una scoperta rivoluzionaria

Un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy, finanziato dalla Chinese Academy of Sciences, ha portato alla luce la presenza di acqua e ammonio nei campioni lunari raccolti dalla missione Chang’e-5. I campioni, provenienti dall’Oceanus Procellarum, un vasto mare lunare sul lato visibile della Luna, contengono un minerale idrato estremamente ricco di acqua e ammoniaca. Questo rappresenta la prima scoperta di tali molecole nei campioni lunari riportati sulla Terra.

Il minerale scoperto, denominato Ulm-1 (acronimo di unknown lunar mineral), ha la formula chimica [(NH4)0.87 Na0.009 K0.021 Cs0.012][Mg0.97 Ca0.023 Al0.007] Cl3 · 6H2O e contiene un sorprendente 41% in peso di acqua. La sua struttura e composizione ricordano quelle di un raro minerale terrestre trovato nelle fumarole, formatosi dall’interazione del basalto caldo con acqua e gas vulcanici ricchi di ammoniaca.

Implicazioni termodinamiche e vulcanismo lunare

L’analisi termodinamica delle condizioni di formazione di Ulm-1 indica la presenza di quantità significative di acqua e ammoniaca nei gas dei vulcani lunari antichi, simili a quelli di alcuni dei vulcani più estremi della Terra. Questo suggerisce che i vulcani lunari potrebbero aver contribuito in modo significativo all’idrosfera lunare.

Prospettive future per l’esplorazione della Luna

La scoperta di Ulm-1 implica la possibile esistenza di molecole d’acqua nelle regioni lunari illuminate dal Sole sotto forma di sali idrati. Questi idrati sono molto più stabili del ghiaccio d’acqua nel difficile ambiente lunare, caratterizzato da alte temperature e vuoto. Questa stabilità offre prospettive interessanti per l’uso e l’esplorazione delle risorse lunari.

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