A volte, non trovare ciò che stai cercando è già di per sé una risposta importante.

Per decenni, gli scienziati si sono interrogati sul motivo per cui l’atmosfera esterna del sole, o corona, si riscalda man mano che ci si allontana dalla superficie solare. Ora la lunga lista di possibili spiegazioni si è ridotta grazie ai dati raccolti dalla sonda solare Parker della NASA, l’oggetto più veloce mai creato dall’uomo. Durante i primi sorvoli della sonda vicino al sole, i suoi strumenti hanno rilevato brusche inversioni nella direzione dei campi magnetici della nostra stella. Gli scienziati li chiamano “switchback” e sospettano che svolgano un ruolo importante nel riscaldamento della corona, rilasciando energia magnetica mentre si muovono all’interno del sole e nello spazio.

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I dettagli della scoperta

Credit: NASA

“Quell’energia deve andare da qualche parte e potrebbe contribuire al riscaldamento della corona e all’accelerazione del vento solare”, ha spiegato Mojtaba Akhavan-Tafti dell’Università del Michigan. Il mistero del riscaldamento coronale si riferisce al fatto che l’atmosfera esterna del sole, la corona, è centinaia di volte più calda della sua “superficie”, la fotosfera. Ciò nonostante la fotosfera sia milioni di chilometri più vicina al nucleo, dove avviene la fusione nucleare che fornisce il calore e l’energia della nostra stella.

L’eroica sonda Parker della NASA e il suo viaggio verso il Sole

Nonostante sia più fredda della corona, la fotosfera è responsabile della stragrande maggioranza della luce del sole, “lavando” completamente la luce dall’atmosfera solare. Pertanto, la corona solare può essere vista solo quando la luce della fotosfera è bloccata da un’eclissi o utilizzando uno strumento speciale chiamato coronografo. Ciò significa che per studiare la corona, la sonda Parker Solar sfida temperature di circa 1.400 gradi Celsius per avvicinarsi al sole.

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