Secondo quanto riportato da un’inchiesta del Guardian, le temperature dell’Adriatico hanno raggiunto i 30° C. Ecco perché c’è sempre più mucillagine nei nostri mari. Le conseguenze per i pesci.

Sono le 7.30 del mattino e la temperatura esterna è già di 29 °C. Ciò a cui non siamo abituati, però, è la temperatura del mare a quell’ora. In alcuni giorni di luglio, infatti, la temperatura dell’acqua lungo la costa adriatica italiana, che si estende da Trieste a nord fino a Capo d’Otranto a sud, ha raggiunto i 30 °C e in alcune zone ha leggermente superato questa soglia. Il calore del mare e le correnti deboli hanno contribuito fra l’altro alla proliferazione, soprattutto nelle zone settentrionali e centrali dell’Adriatico, della mucillagine, una sostanza densa e viscida formata da varie microalghe, che si accumula sui fondali o in superficie.

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I rischi per l’ambiente

La mucillagine tende ad accumularsi di più quando il mare non riceve abbastanza nutrienti dal Po, che si estende dalle Alpi prima di riversarsi nell’Adriatico a nord. L’ultima volta che la sostanza ha fatto una comparsa così significativa è stata nel 1989, soprattutto nelle acque al largo delle città costiere della regione Emilia-Romagna, causando la fuga dei bagnanti. Ma mentre la mucillagine è un fastidio sgradevole per i bagnanti, non è pericolosa per la loro salute. È, tuttavia, dannosa per la pesca.

L’allarme dei pescatori

“Provoca problemi al motore della barca, ma blocca anche le reti da pesca, e una volta che ciò accade è impossibile pescare”, spiegano. Mentre la maggior parte dei tipi di pesce riesce a sfuggire alla mucillagine, questa può soffocare molluschi come le vongole, che sono anche minacciati dai granchi blu che prosperano nell’Adriatico più caldo, in particolare nelle zone settentrionali.

30° C anche in mare aperto

“Stiamo parlando di 30 °C anche in mare aperto”, spiega un pescatore con un’esperienza di 40 anni alle spalle. “L’Adriatico sta diventando tropicale. Stiamo iniziando a vedere specie di pesci che prima non c’erano, come il pesce spada, mentre vari tipi di pesce bianco, come il rombo, sono quasi estinti. Non c’è dubbio che il cambiamento climatico stia avvenendo ed è inutile cercare di negarlo”.

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