La scoperta che il valore della velocità della luce fosse finito e non infinito fu una vera e propria rivoluzione del campo dell’astronomia (già Galileo Galilei lo intuì ma non riuscì a misurarlo)
La misurazione del valore finito della velocità della luce la dobbiamo all’astronomo danese Ole Rømer che ne determinò il valore. Che è pari a circa 300.000 km/s. Ma chi ci ha provato per primo? Ovviamente Galileo Galilei: intuì che avesse un valore finito ma non aveva mezzi sufficienti per calcolarla. Fu proprio Rømer a determinare la velocità della luce nel 1676, osservando il moto di Io, una delle lune di Giove, mentre lavorava all’osservatorio reale di Parigi diretto al tempo da Giovanni Domenico Cassini.
Come ci riuscì?
Io compie un’orbita completa intorno a Giove in 1,76 giorni: ma Rømer si accorse che il tempo impiegato dalla luna non era sempre lo stesso e dipendeva dalla distanza Terra-Io. Il nostro pianeta allontanandosi dal sistema di Giove in alcuni periodi dell’anno, determinava questa differenza. La tesi di Rømer era semplice ma geniale: la differenza era dovuta alla velocità della luce. Grazie all’eclissi di Io dietro Giove la calcolò: arrivò al valore di 220.000 km/s (errato ma di poco perché aveva un valore impreciso del diametro dell’orbita terrestre). Qualche anno dopo fu calcolata con estrema precisione da matematico olandese Huygens riprendendo l’idea di cui sopra. Rømer, un astronomo-scienziato fantastico!
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo “How “Fast” is the Speed of Light?” su NASA.
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